domenica 18 novembre 2012

L'epidurale in Italia e nel mondo


Non sappiamo precisamente se l'analgesia epidurale sia nociva o meno, ma ciò che è sicuro è che il parto indolore in Italia è guardato con ostilità; dalle questioni culturali ai dilemmi religiosi, molte donne si sentono sotto pressione, dai propri prossimi e dalla società in generale, se decidono di partorire con metodi alternativi.
Le ingiurie verso le partorienti che usufruiscono dell'analgesia epidurale sono numerose: nei forum online e nei blog (dove le persone possono esprimere le proprie opinioni in modo franco e diretto) si può vedere come dall'essere "vigliacche", all'essere "contro natura", si arriva addirittura al non considerare queste donne come "madri al 100%", quasi come se fosse il dolore del parto che formi una madre, una folgorazione sulla via di Damasco.
Sono molte le associazioni femminili, femministe, di ostetriche e di accompagnamento alla gravidanza che propongono il parto naturale, a casa, in acqua; le stesse associazioni che hanno manifestato sotto al Montecitorio nel 2008 quando il Ministro della Sanità Livia Turco propose l'inserimento dell'epidurale nei Livelli Essenziali di Sussistenza per il controllo del dolore nel travaglio e nel parto naturale.
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La particolarità di questo fenomeno è che esso sembra sia squisitamente italiano: secondo l'ISTAT, nel 2001 solo il 3.7% delle donne italiane poté partorire in analgesia, e oggi sembra che la percentuale si aggiri verso il 10%; in Francia e in Inghilterra il 70% delle donne partorisce con l'epidurale, per non parlare del 90% degli Stati Uniti (dove la norma è rovesciata, e dove le donne sono scoraggiate verso la decisione per un parto naturale).
Il parto in analgesia epidurale in Italia è garantito gratuitamente e 24 ore su 24 solo nel 16% degli ospedali, quasi tutti del Nord Italia; la legge 25/2007 parla di "rispetto del diritto di libera scelta della donna sulle modalità e sullo svolgimento del parto, di diritto ad un parto fisiologico che le eviti o le riduca la sofferenza (art. 1)", ma questo diritto ha degli orari d'ufficio: dalle 8:00 alle 20:00.

Le cause di questa particolarità italiana possono sembrare numerose: si portano in gioco di volta in volta motivazioni economiche (nel 2009 il Ministro Maurizio Sacconi si lamentava dell'assenza di fondi per garantire il parto indolore alle strutture pubbliche) o motivazioni culturali-religiose (ovvero la presunta opposizione della Chiesa verso questa pratica medica), ma entrambe si trovano infondate: come spiegare infatti il 60% di parti in analgesia epidurale della Spagna, Paese simile all'Italia in economia e religiosità?

La presenza così immediata della Chiesa sul territorio è anch'essa una particolarità italiana, e spesso si ritiene che, al pari delle altre innovazioni mediche controverse come le cellule staminali, le Sacre Scritture cristiane si oppongano; del resto, è chiaramente espresso nella Genesi "partorirai nel dolore"; eppure, già nel 1956 Pio XII impose una versione più metaforica della condanna divina:
"Nella Genesi (3,16) si legge: <In dolore paries filios>. Per ben comprendere questa parola bisogna considerare la condanna di Dio nel suo contesto. Infliggendo questa punizione ai progenitori e alla loro discendenza, Dio non voleva proibire e non ha proibito agli uomini di ricercare e di utilizzare tutte le ricchezze della creazione (...). Così pure, nel punire Eva, Dio non ha voluto proibire e non ha proibito alla madre di utilizzare i mezzi che rendono il parto più facile e meno doloroso"
Il Papa stesso assolve quindi completamente la pratica analgesica, e anzi promuove la pratica analgesica a "ricchezza della creazione".

Ma quindi, come partoriscono le donne italiane? Sono esse meno colpite dalla paura del parto (tocofobia)? Partoriscono tutte con il parto naturale?
In effetti, no; le donne italiane sono le prime in Europa per taglio cesareo (37,8%), la maggior parte per cesareo elettivo, per potersi sottrarre al dolore. Allora un'ulteriore domanda si impone: non sarebbe questo lo scopo dell'epidurale? Perché essere primi in Europa per tagli cesarei e ultimi in epidurale?

Secondo noi, questo fenomeno ha luogo perché il dibattito scientifico sull'analgesia epidurale in Italia non si è ancora esaurito: ancora non si sa se l'epidurale sia sicura, per la madre e per il neonato: il gran numero di forum, video e testimonianze contraddittorie presenti su internet confermano la confusione, e nonostante tutti prendano a testimonianza studi e "fatti" scientifici, pochi sembrano effettivamente obiettivi.
Le future madri, attente al loro benessere ma ancora di più a quello del loro figlio, prese in mezzo ad opinioni contrastanti, preferiscono non "rischiare", e utilizzano quindi il metodo che le loro madri e amiche hanno già adottato -con un successo, statisticamente, del 99,9997%- piuttosto che rischiare la loro salute e quella della creatura della quale sono responsabili provando un nuovo metodo. *Uno studio su questa "ereditarietà" del metodo di concepimento è yet to be done*

Quello che sappiamo, tuttavia, è che le italiane sono affamate di conoscenza scientifica: abbiamo analizzato quante persone in Francia, Italia e Germania cerchino i rispettivi termini di "analgesia epidurale" nella traduzione più comune (google trends):


Vediamo qui come gli italiani cerchino "anestesia epidurale" molto di più dei francesi o tedeschi. Da questo dato possiamo trarre due ipotesi, non mutualmente esclusive: la prima è che gli italiani non sappiano cosa sia l'epidurale, o che nessuno (parenti, amici, mass media) abbia dato loro un'idea chiara di cosa questa pratica medica sia, altrimenti non cercherebbero su internet; la seconda è che l'epidurale sia un "hot topic" (argomento scottante) costante nel tempo, quindi irrisolto.

In entrambi i casi, ci sembra quindi necessaria la presenza, sulla scena italiana, di un riepilogo dei risultati delle differenti ricerche, italiane e internazionali, sugli effetti positivi e negativi dell’analgesia epidurale, al fine di fornire un punto di riferimento per le future famiglie in cerca di informazioni su questa pratica medica. La risoluzione di questa controversia, infatti, si potrà  trovare solo nella conoscenza scientifica stabile, e al momento questa non è ancora disponibile in Italia.

1 commento:

  1. Articolo molto utile e interessante! Ogni giorno crescono i numeri di persone che hanno difficoltà di avere propri figli. Inizia la tua avventura di genitorialità! Consiglio di visionare il canale canale YouTube . Buona visione

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