L'analgesia epidurale o peridurale è una terapia anestetica loco-regionale; a somministrare l’analgesico è un
medico anestesista, che inserisce un sottile catetere nello
spazio compreso tra due vertebre della zona lombare e lo fissa con un cerotto.
Così, l’anestesista somministra alla partoriente una miscela di farmaci
che bloccano lo stimolo doloroso nella parte inferiore del corpo senza
addormentarla e senza interferire con la forza muscolare. Normalmente
l’analgesia viene rinnovata dal medico, che rifornisce di farmaci il cateterino
ogni volta che l’effetto si esaurisce, su richiesta della partoriente. Il
cateterino viene rimosso circa due ore dopo il parto. Nel caso in cui si debba
fare ricorso a un cesareo non programmato a travaglio già avviato, lo
stesso tubicino viene utilizzato per somministrare alla donna una dose più
forte di anestetico locale e indurre anestesia epidurale. Il cateterino può
essere utilizzato poi per la terapia analgesica in fase post operatoria.
La tecnica di questo tipo di anestesia è utilizzata da più di 60 anni - è nata infatti durante la Seconda Guerra Mondiale -, e nonostante abbia ovviamente subito alcune variazioni nel mix farmacologico, la modalità di somministrazione è rimasta inalterata. Oggi l'epidurale è utilizzata per interventi alle anche, al ginocchio, per le emorroidi, per gli interventi all'addome inferiore, e per i parti.
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