Nel nostro paese,
partorire limitando i dolori è molto difficile. L'analgesia epidurale, infatti,
che consente alla donna di vivere in piena normalità il travaglio, ma cancella
i dolori del parto è garantita soltanto dal 16 per cento delle strutture
ospedaliere pubbliche e convenzionate, a fronte del 90 per cento di richieste
fra le partorienti.
A dispetto del ritardo nella sua applicazione, l'Italia si trova in realtà
all'avanguardia dal punto di vista tecnologico, come ricorda il prof. Giorgio Capogna, : “in Europa il
nostro è il primo paese a introdurre la nuova tecnica PIEB associata alla PCEA.
Le nuove tecniche permettono alla donna di ottenere un effetto di analgesia
costante e di personalizzare la somministrazione dell'analgesico a seconda
delle proprie esigenze. Vengono così evitati anche i brevi momenti di dolore
che potevano insorgere con la tecnica epidurale tradizionale, quando la
partoriente doveva attendere l'intervento del medico per ricalibrare la dose di
analgesico”.
In realtà, l'anestesia epidurale non si limiterebbe ad alleviare il dolore durante il parto. Stando ai risultati di uno studio australiano, l'epidurale aiuterebbe a preservare i muscoli pelvici da eventuali sofferenze a carico dell'apparato genitale che successivamente potrebbero provocare problemi di incontinenza nella donna. La ricerca, condotta dalla Nepean Clinical School of Medicine di Sidney, in Australia, ha seguito 367 donne che hanno partorito fra il 2005 e il 2008.
Circa un terzo di esse erano ricorse al parto cesareo e non avevano avuto problemi di rilassamento muscolare. Fra quelle che avevano optato per il parto naturale senza anestesia, oltre il 30 per cento ha poi sofferto di problemi muscolari e di incontinenza, soprattutto nel caso in cui il parto si fosse protratto a lungo richiedendo uno sforzo fisico notevole alla donna.
Gli scienziati australiani hanno verificato il beneficio dato dall'anestesia epidurale, che rilassa il corpo della donna dalla vita in giù, consentendo di partorire senza provare quel forte dolore fisico tipico del parto naturale. Secondo Clara Shek, la ragione del beneficio starebbe nella riduzione degli sforzi non necessari, in quanto le donne, non avvertendo le contrazioni, spingono soltanto dietro richiesta del medico. Inoltre, l'anestesia produrrebbe un cambiamento nei muscoli che condurrebbe a un rafforzamento degli stessi, anche se non se ne conoscono ancora i meccanismi. L'Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna
In realtà, l'anestesia epidurale non si limiterebbe ad alleviare il dolore durante il parto. Stando ai risultati di uno studio australiano, l'epidurale aiuterebbe a preservare i muscoli pelvici da eventuali sofferenze a carico dell'apparato genitale che successivamente potrebbero provocare problemi di incontinenza nella donna. La ricerca, condotta dalla Nepean Clinical School of Medicine di Sidney, in Australia, ha seguito 367 donne che hanno partorito fra il 2005 e il 2008.
Circa un terzo di esse erano ricorse al parto cesareo e non avevano avuto problemi di rilassamento muscolare. Fra quelle che avevano optato per il parto naturale senza anestesia, oltre il 30 per cento ha poi sofferto di problemi muscolari e di incontinenza, soprattutto nel caso in cui il parto si fosse protratto a lungo richiedendo uno sforzo fisico notevole alla donna.
Gli scienziati australiani hanno verificato il beneficio dato dall'anestesia epidurale, che rilassa il corpo della donna dalla vita in giù, consentendo di partorire senza provare quel forte dolore fisico tipico del parto naturale. Secondo Clara Shek, la ragione del beneficio starebbe nella riduzione degli sforzi non necessari, in quanto le donne, non avvertendo le contrazioni, spingono soltanto dietro richiesta del medico. Inoltre, l'anestesia produrrebbe un cambiamento nei muscoli che condurrebbe a un rafforzamento degli stessi, anche se non se ne conoscono ancora i meccanismi. L'Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna
(O.N.Da) sta lavorando affinché
la parto analgesia diventi un effettivo diritto, inoltre
l'Associazione Italiana Parto in
Analgesia (Aipa) sostiene una petizione per la raccolta
di firma “per far sì che tutti
gli enti ospedalieri siano indotti dal ministero della Salute
ad accogliere la richiesta delle
donne partorienti alla scelta della parto analgesia”. L’obiettivo non e'
quello di imporre tale modalità di parto, ma di fornire maggiori informazioni e
permettere alla donna di scegliere come partorire.
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